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Di seguito i punti essenziali per la comprensione del pappagallo:
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La prima cosa da capire di un animale selvatico come il pappagallo è la sua natura ed il ruolo che riveste nell’habitat originale: è una preda e come tale si comporta. Una preda nasconderà qualsiasi sintomo possa far capire al predatore che non è in piena salute, col rischio di essere scelto come facile pasto giornaliero: dunque anche in cattività i pappagalli tenderanno a nascondere il malessere rischiando che una malattia abbia il sopravvento. Una preda, ancora, sarà sempre all’erta nei confronti di qualsivoglia minaccia arrivi repentinamente verso di lei (una mano per esempio) e ancor di più se dall’alto, come arriverebbe un falco in caccia. La seconda cosa da apprendere dei pappagalli è il vasto linguaggio del corpo che usano per esprimere intenzioni e sentimenti. La corretta interpretazione del linguaggio del corpo permette all’essere umano di comprendere il pappagallo e stabilire un’intesa con questo animale: capirne il linguaggio significa individuare i sintomi nascosti di una patologia in corso e permette di conquistare la fiducia di questi animali ottimizzandone la convivenza.
Quarto aspetto da conoscere è l’uso che il pappagallo fa del becco. In questo animale il becco è il mezzo per alimentarsi, per pulirsi, per pulire il compagno (il cosiddetto “preening”) attuando così comportamenti fondamentali che si chiamano “cure parentali”, per spostarsi, per scortecciare rami, per afferrare oggetti, per dissuadere un disturbatore dall’avvicinarsi al proprio territorio solo nell’espressione di apertura del becco; mai il pappagallo in natura apre il becco come mezzo di aggressione e ferimento: questo ci deve far capire che quando beccano severamente in cattività, l’errore è stato commesso dagli esseri umani ed è loro la responsabilità. In sostanza se un pappagallo becca significa che l’essere umano ha interagito in modo scorretto spingendo l’animale a reagire in maniera esasperata. Con il rinforzo positivo ed il rispetto della volontà del pappagallo a compiere o meno un’azione si convive con un animale dolce ed inoffensivo. Il quinto punto da valutare riguarda un errore che l’uomo compie istintivamente: pretendere dal pappagallo l’obbedienza, cosa che questo animale non può dare perché l’obbedienza non appartiene al suo codice comportamentale, tutt’al più lo si può convincere ad esaudire una nostra richiesta. Fondamentale per questi animali è la comprensione di ciò che accade attorno a loro e data la grande intelligenza che possiedono, sono in grado di capire il significato delle parole quando vengono pronunciate in associazione ad un azione, spesso anche di usarle loro stessi. In questo modo è possibile pronunciare la parola in anticipo rispetto all’azione per venir compresi ed accettati dal pappagallo. Quinto punto, è considerare seriamente che qualsiasi pappagallo attraversa un periodo fisiologicamente molto delicato, quello della riproduzione. In questa fase, che normalmente dura dalla primavera all’autunno, questo animale ha manifestazioni di eccessiva possessività, territorialità e a volte aggressività, di cui non è per nulla responsabile visto che a dettarne il comportamento è l’innalzamento ormonale. In questo frangente l’essere umano deve comprendere e tollerare facendo solo più attenzione nell’interagire col pappagallo, rispettandone la volontà. Questa è una considerazione iniziale, all’acquisto di un animale selvatico, senza la quale non possiamo procedere: o accettiamo come è fatto o facciamo a meno di conviverci. Bisogna oltremodo considerare che la maturità sessuale di un pappagallo arriva in età differenti a seconda della specie d’appartenenza, che va dai 2/3 anni per un amazzone ai 5/7 per un ara di grossa taglia. Sottolineo questo punto perché possa non giungere come una sgradita sorpresa un cambio inatteso di comportamento. Sesto punto nella descrizione del comportamento di un pappagallo, è la gamma di atteggiamenti dettata dalla necessità che questo animale ha di vivere in compagnia come avviene allo stato libero. I pappagalli sono animali sociali che vivono in gruppi a volte molto numerosi, sicuramente con un compagno o una famiglia, come nelle prime fasi della loro vita. Questo significa che in cattività è importante che viva in compagnia e non abbandonato a sé stesso ad annoiarsi ed abbattersi in una gabbia. Il pappagallo avrà dunque bisogno di trasferire al compagno umano quella serie di comportamenti che normalmente attua coi conspecifici: sono la pulitura reciproca, il rigurgito, un repertorio di gridolini e versetti, atteggiamenti del corpo che esprimono gioia, rilassamento. La descrizione di questi comportamenti va dalla pulitura per esempio dei nostri capelli o ciglia o della nostra pelle come fanno essi stessi con le loro piume, agendo col becco delicatamente; ancora espressione di affetto incondizionato è il rigurgito, comunicando così l’intenzione di nutrire il compagno, azione questa che in natura è prioritaria per la sopravvivenza. Anche le espressioni vocali rivestono in questi animali un’importanza notevole ed accade spesso che ogni pappagallo abbia il proprio repertorio che in poco tempo impareremo a conoscere: attueranno questo comportamento quando saranno compiaciuti e soddisfatti, magari apprezzando carezze delicate e coccole da parte nostra.
Ultima osservazione: un pappagallo mal alimentato o con malattie in corso non sarà predisposto ad interazioni, dunque accertarsi sempre che l’animale sia sano e correttamente nutrito. Nadia Ghibaudo Presidente ADT |
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